Infine l'assenza, nel momento della costituzione, di un reale riconoscimento da parte alleata della Resistenza italiana e di conseguenza di una sua rappresentatività nelle strutture di comando alleate, a differenza di altri movimenti resistenziali europei[21]. L'indomani mattina Nenni ebbe un contatto telefonico con altri esponenti politici a Milano e il 12 settembre si recò nel capoluogo lombardo dove, nonostante il rifiuto di Ferruccio Parri di assumere subito la guida delle formazioni antifasciste, venne a sua volta costituito un altro comitato con il nome di "Comitato di Liberazione nazionale Alta Italia" (CLNAI), che più tardi sarebbe diventato il coordinatore della guerra partigiana al nord[19]. La Guardia di Finanza si unì agli insorti, mentre la Decima MAS, invece di ripiegare in Valtellina, rimase accasermata e si arrese senza combattere[223]. 22 giugno 1946, n. 4, comprendeva i reati comuni e politici, compresi quelli di collaborazionismo con il nemico e reati annessi ivi compreso il concorso in omicidio, pene allora punibili fino ad un massimo di cinque anni. Venne catturato dai partigiani italiani e fucilato. La liberazione dell'Ossola, difesa da forze scarse e in parte demoralizzate, fu rapida: il 26 agosto i garibaldini della brigata Redi attaccarono e occuparono Baceno e nei giorni seguenti una serie di presidi fascisti vennero abbandonati o si arresero, mentre ai primi di settembre le valli alte vennero completamente occupate dalle reparti di Arca e Filippo Frassati della Brigata garibaldina Piave. La guerra civile fu solo uno dei suoi inevitabili aspetti[242]. Primo Levi Negli ultimi giorni di aprile del 1945, esattamente il 28, 126 giovani militi dei Btg. Queste spaccature si riflessero poi anche nella divisione di quella che inizialmente era l'unica associazione di partigiani italiani: l'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia, dalla cui scissione nacquero la Federazione italiana volontari della libertà di area cattolica e badogliana, e la Federazione italiana delle associazioni partigiane, nella quale si collocarono gli esponenti del Partito d'Azione. Piacenza – Via Croce 2, 29121 Piacenza – Tel. Accedi al portale Partigiani d'Italia In occasione della ricorrenza del 75° anniversario della Liberazione, nella settimana dal 25 aprile al 2 maggio 2020 è resa possibile la consultazione di una quantità limitata di schede (ca. Le forze tedesche del kampfgruppe Rohr (appartenente alla 356ª Divisione fanteria) attaccarono dal 13 marzo e accerchiarono rapidamente le bande partigiane che vennero sbaragliate completamente entro il 24 marzo[117]. E non scappavano.» Il 29 aprile la Resistenza italiana ebbe formalmente termine, con la resa incondizionata dell'esercito tedesco, e i partigiani assunsero pieni poteri civili e militari. Si trattava tuttavia di una cifra approssimativa, sia perché comprensiva non solo dei riconoscimenti avvenuti ma anche delle domande ancora inevase, sia perché molti partigiani, ritornati nelle regioni di provenienza dopo la liberazione, non avevano presentato domanda. Facevano parte di questo gruppo comandanti militari come, Unico Guidoni, ex alunno del Virgilio, ucciso alle Fosse Ardeatine, Giuliano Vassalli e Massimo Severo Giannini, Patria Indipendente, Pubblicazione ANPI. I civili deportati dai tedeschi furono circa 40 000, tra cui 7 000 ebrei; i sopravvissuti furono circa il 10%[258]; dei 2 000 deportati ebrei dal ghetto di Roma il 16 ottobre 1943 tornarono vivi solo in quindici. Il 15 aprile i partigiani vennero respinti ad Arona, mentre altri reparti guadagnarono terreno in Liguria. La profonda crisi della Resistenza richiese nuove decisioni operative da parte delle strutture di comando centrali; su iniziativa soprattutto del comandante Colajanni "Barbato", venne quindi presa la decisione di attuare la cosiddetta "pianurizzazione". Secondo le parole di Spriano: "le capitali della Resistenza non saranno né Algeri, né Londra, né Mosca, né Brindisi o Salerno, ma la macchia e le città della guerriglia e della cospirazione clandestina"[22]. Sfoglia 967 partigiani italiani fotografie stock e immagini disponibili, oppure cerca seconda guerra mondiale per trovare altre splendide fotografie stock e immagini. Infine anche il Veneto venne investito dalla repressione nazifascista: dall'11 agosto i garibaldini della "Garemi" dovettero battersi duramente in val Posina, sopra a Schio; il sacrificio di un gruppo partigiano, guidato da "il marinaio" (Bruno Viola), permise al grosso di disperdersi e di evitare i massicci e violenti rastrellamenti tedeschi[162]. Dopo avervi presentato i più famosi comandanti partigiani, passiamo ora a quei partigiani che, per un motivo o per l’altro, non rivestirono questo ruolo, ma divennero ugualmente celebri. Per gli azionisti e i socialisti invece il fulcro delle riforme consisteva nella estromissione della monarchia e di tutta la classe dirigente compromessa con il fascismo e del potere economico che del fascismo aveva beneficiato[247]. Le perdite tra i GAP furono pesanti di fronte alla dura repressione degli apparati nazifascisti: a Torino furono catturati e uccisi Giuseppe Bravin e Dante Di Nanni, a Firenze venne colpito a morte in un conflitto a fuoco Alessandro Sinigaglia, a Genova cadde Giacomo Buranello, i nuclei di Milano e Roma subirono altre perdite, nelle prigioni di via Tasso vennero raccolti e spesso torturati i combattenti della Resistenza catturati[88]. I richiamati che non risposero al bando del maresciallo approvato da Mussolini e sollecitato dalle autorità tedesche, furono molto numerosi (in novembre 1943 su 186 000 coscritti si presentarono solo in 87.000), ma soprattutto furono molto elevati i casi di diserzione dopo l'arruolamento che salirono dal 9% di gennaio 1944 al 28% del dicembre nonostante il decreto delle autorità fasciste sui procedimenti di rigore e la pena di morte del 18 febbraio 1944 e i successivi provvedimenti di clemenza del 18 aprile 1944 e del 28 ottobre 1944[54][55]. I partigiani superstiti riuscirono tuttavia a ripiegare dietro l'Isonzo e ben presto cominciarono a riorganizzarsi entrando in collegamento con le forti unità della Resistenza slovena che già nel settembre 1943 erano penetrate nella regione abbandonandosi a violente vendette sulla popolazione italiana prima di essere respinte dai tedeschi[109]. di parte, col suffisso di artigiano, valligiano e sim.]. Abbiamo raccolto l’invito di Carlo Petrini: una grande piazza virtuale per festeggiare i 75 anni della Liberazione. La Resistenza in: Storia d'Italia, vol. In realtà l'attesismo militare venne rapidamente messo da parte dopo i fallimenti nell'autunno 1943 dei comandi unificati guidati da generali dell'esercito nel Veneto e in Toscana e dopo l'ambiguo comportamento del generale Raffaello Operti in Piemonte. Ben riforniti di armi dai lanci aerei alleati, i partigiani di "Mauri" (Martini) e "Nord" (Balbo), guidati da ufficiali effettivi, condussero per oltre un mese una serie di scontri nei vari abitati collinari, resistendo alle superiori forze nemiche fino al 20 dicembre, subendo oltre 100 morti e 100 feriti ma infliggendo dure perdite ai tedeschi e rallentandone l'avanzata[178]. G.Cavalleri/F.Giannatoni/Mario Cereghino. n° 10 del Decreto Legislativo Luogotenenziale n° 518/1945, https://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Partigiano&oldid=116043090, Voci non biografiche con codici di controllo di autorità, licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo, Partecipazione volontaria alla lotta armata (non c'è leva obbligatoria), Mancato utilizzo di uniformi o altri segni di riconoscimento (, Utilizzo di soprannomi per non farsi riconoscere, Artt. Tutti questi reparti fascisti mostravano, nell'aprile 1945, cedimenti del morale e segni di disgregazione[205]. Anche l'attacco sul passo del Mortirolo dei militi della "Tagliamento" venne respinto dall'efficace difesa dei partigiani delle Fiamme Verdi della "Tito Speri"[197]. Dopo una sosta gli attacchi ripresero il 27 novembre e le truppe da montagna tedesche effettuarono una manovra d'aggiramento attraverso la Clautana, mentre le Waffen-SS attaccarono i garibaldini e i battaglioni della Decima MAS "Barbarigo" e "Valanga" puntarono su Redona. Da ricordare è anche la difesa di Porta San Paolo da parte di formazioni dell'esercito affiancate dalla popolazione civile durante la mancata difesa di Roma. I partigiani non avevano divise, ma vestivano in diverso modo adottando solo fazzoletti colorati come simbolo di riconoscimento. n° 7 del Decreto Legislativo Luogotenenziale n° 518 del 21.08.1945 "Disposizioni concernenti il riconoscimento delle qualifiche dei partigiani e l’esame delle proposte di ricompensa" (GU Serie Generale n° 109 dell’11.09.1945), Art. Mentre erano in corso i combattimenti lungo l'Appennino, da agosto si combatteva nella val Chisone, tra le aspre montagne del Sestriere una dura battaglia tra i reparti autonomi collegati a "Giustizia e Libertà"[154] del sergente degli Alpini Maggiorino Marcellin "Bluter" e numerose formazioni tedesche e fasciste (una divisione granatieri tedesca, un battaglione della "Nembo", bersaglieri, SS italiane, un battaglione OP). Un'altra formazione non direttamente collegata al CLN fu il movimento comunista Bandiera Rossa, operante principalmente a Roma che ebbe 68 militanti fucilati alle Fosse Ardeatine, numero molto elevato (corrispondente a poco meno di un quinto del totale degli uccisi);[47] questo gruppo era numericamente la più forte formazione partigiana attiva nella capitale, ufficialmente costituita da almeno 1.185 miliziani[48]. Regio Decreto datato da Firenze il 13 dicembre 1871 e tuttora in vigore. L'ANPI, Associazione Nazionale Partigiani d'Italia, con i suoi oltre 120.000 iscritti, è tra le più grandi associazioni combattentistiche presenti e attive oggi nel Paese. [137] A cavallo tra il Lazio e l'Abruzzo i tedeschi operarono feroci rastrellamenti, in questi furono arrestati i fratelli partigiani Mario e Bruno Durante[138] poi condannati a morte e trucidati, i loro corpi non furono mai più ritrovati. La "pianurizzazione" divenne, a seconda dei casi, una ritirata, con la dispersione in gruppi piccoli, poco efficienti e prevalentemente passivi, nascosti spesso nelle cosiddette "buche", o una vera espansione aggressiva, come nel caso delle formazioni di Moscatelli nella pianura di Novara e Vercelli. Questi progetti, che prevedevano la costituzione di strutture di governo amministrative e programmi economici e sociali concreti, ampliavano le precedenti esperienze spontanee della Repubblica di Maschito, nel Vulture in Basilicata, della Repubblica del Corniolo e delle cosiddette "piccole repubbliche" che, create nella primavera 1944, avevano subito in luglio e agosto i duri rastrellamenti tedeschi[165]. In Italia il termine e la qualifica di partigiano, e prima ancora di patriota, sono stati normati per qualificare i combattenti che presero parte alla Guerra di liberazione del 1943-1945, qui di seguito un sunto delle terminologie ufficiali delle qualifiche e dei requisiti per ottenerle: Tra i film aventi come tema il partigiano, ricordiamo: attualmente la convenzione di Ginevra estende la definizione di militare o omologato tale a qualsiasi elemento in armi, Esercito popolare di liberazione della Jugoslavia, Art. [110] In Liguria i garibaldini della brigata "Cichero" sfuggirono alla distruzione ma ad Alto, sulle montagne sopra Imperia, venne ucciso il 27 gennaio Felice Cascione, medico e comandante dei partigiani della zona; nei monti dell'Appennino in una zona poco controllabile dai tedeschi, fra Pavese ed Emilia, si forma la Compagnia Carabinieri Patrioti comandata dal comandante partigiano "Fausto", Ten. Il bilancio è di quaranta partigiani e tre civili uccisi e di oltre cinquanta case date alle fiamme. Solo la guerra e soprattutto l'andamento disastroso su tutti i fronti delle operazioni belliche e il progressivo distacco delle masse popolari dal regime (evidenziato anche dai grandi scioperi del marzo 1943), condussero alla subitanea disgregazione dello Stato fascista dopo il 25 luglio, seguito, dopo i tormentati quarantacinque giorni del primo governo Badoglio, dall'Armistizio di Cassibile dell'8 settembre 1943. Si trattò delle più lunga e combattuta battaglia della Resistenza[155]; dopo una fase di preparazione i tedeschi incominciarono l'offensiva lungo la Val di Susa, i partigiani di Marcellin avevano un armamento pesante con mortai da 81 e dieci cannoni da montagna e si batterono con tutti i mezzi. Di questi 100 000 combattenti attivi, circa 51 000 appartenevano alle unità comuniste delle Brigate Garibaldi[202]. In realtà dal punto di vista operativo nei giorni dell'insurrezione le forze partigiane effettivamente attive e combattenti ammontarono a circa 100.000 uomini e donne, con le formazioni più numerose in Piemonte (30 000), Lombardia (9 000), Veneto (12 000), Emilia (12 000). Talvolta i responsabili o gli accusati di questi omicidi trovarono rifugio in paesi filosovietici come la Cecoslovacchia o la Jugoslavia. [107], Anche nella provincia del monte Rosa i garibaldini di Gastone e Moscatelli evitarono la disfatta e contennero l'offensiva tedesca rimanendo uniti e combattivi. Scopri immagini su {{searchView.params.phrase}} in base alla tonalità di colore FELICE CORDERO DI PAMPARATO. Nelle settimane prima dell'offensiva finale alleata le formazioni partigiane sferrarono una serie di costosi attacchi non sempre coronati da successo: a Busca con un fortunato colpo di mano i giellisti di Bocca e Macciaraudi sorpresero i reparti della "Littorio"; mentre in Valsesia i garibaldini di Gastone e Moscatelli liberarono i centri di Fara e Romagnano ma subirono perdite a Borgosesia. La Resistenza riuscì a superare le gravi difficoltà per la saldezza della sua dirigenza politico-militare, per la combattività del nucleo costitutivo formato dai cosiddetti "partigiani dei due inverni"[188] e soprattutto per la situazione generale del conflitto mondiale ormai decisamente favorevole alle potenze alleate. Noi vogliamo glorificare la guerra- sola igiene del mondo- , il militarismo, il patriottismo, il gesto distruttore dei liberatori, le belle idee per cui si muore e il disprezzo della donna. Benvenuti nel sito istituzionale dell’A.N.P.I. I dirigenti del CLN di Roma guidato da Bonomi riconobbero a gennaio 1944 la necessità di un coordinamento della lotta partigiana al nord e quindi vennero delegati al comitato di Milano tutti i poteri politico-militari per l'Alta Italia, nonostante qualche divergenza con il comitato di Torino. La più importante e incruenta azione delle formazioni socialiste (Brigate Matteotti) avvenne il 25 gennaio 1944, e produsse l'evasione dal carcere di Regina Coeli di Sandro Pertini e Giuseppe Saragat, che erano stati catturati nell'ottobre del 1943 e condannati a morte. [243] Secondo Miller, nonostante il mito fondativo sia stato poi "abbattuto" dalle strumentalizzazioni politiche da una parte e dalle revisioni accademiche dall'altra, esso può ancora offrire un insieme di valori degni di essere emulati in qualsiasi società democratica, rappresentando uno dei momenti più luminosi della storia dell'Italia unita. 162, Euro 17,00). Anche i quadri dirigenti del movimento furono duramente colpiti dalla repressione nazifascista, che riuscì a smantellare numerose strutture di comandò nelle città; in Piemonte vennero catturati il colonnello Contini e Gino Barocco, capo di stato maggiore del comando regionale, e soprattutto venne arrestato e ucciso a Cuneo Duccio Galimberti. La presidenza del CLNAI restò a Pizzoni sino alla Liberazione; il 27 aprile 1945 al suo posto subentrò il socialista Morandi. Il numero dei partigiani sovietici è stimabile con cifra di 5.000/5.500, di cui oltre 700 in Piemonte[79]. Pare che il quelle valli siano state molte le uccisioni ad opera di partigiani comunisti slavi e italiani. Dopo la cattura e la fucilazione di Garemi, Pesce e Ilio Barontini "Dario" (già impegnato in Spagna e in Etiopia per organizzare la resistenza abissina insieme con Francesco Scotti[83] e coordinatore dei GAP a Bologna) riorganizzarono i GAP nel capoluogo piemontese. Nei giorni seguenti si moltiplicarono i comitati di liberazione locali per organizzare la lotta armata nelle regioni occupate dai tedeschi: a Torino, a Genova, a Padova sotto la direzione di Concetto Marchesi, Silvio Trentin, ed Egidio Meneghetti, a Firenze con Piero Calamandrei, Giorgio La Pira e Adone Zoli. Mentre avveniva ciò, le formazioni fasciste si sbandavano e le truppe tedesche battevano in ritirata; si consumava il disfacimento delle truppe nazifasciste, che davano segni di cedimento già dall'inizio del 1945. Queste cifre non sono mai state giustificate da fonti ritenute attendibili. Solo i capi e i dirigenti principali delle varie brigate e divisioni erano organicamente collegati a una parte politica, mentre i singoli partigiani in generale non appartenevano ad alcun partito ed entravano nelle varie formazioni non solo per colleganza ideale, ma anche per emulazione, per convenienza pratica, sulla base della fama e dell'efficienza dei capi e dei reparti[58] Le rivalità tra le varie formazioni furono presenti, ma nella maggior parte dei casi si limitarono a conflitti sulla distribuzione dei reparti sul territorio, sulla divisione delle scarse risorse disponibili, sulla distribuzione dei materiali aviolanciati dagli alleati che preferirono rifornire con precedenza le formazioni autonome o moderate a scapito soprattutto dei garibaldini[59]. Anche in val Varaita e alla Benedicta i tedeschi ebbero rapidamente la meglio: i garibaldini della brigata Morbiducci e gli autonomi del capitano Oddino vennero sbaragliati e le colonne tedesche, che subirono perdite modeste[118], percorsero liberamente le vallate e rastrellarono il monte Tobbio, disgregando le deboli formazioni partigiane e compiendo numerose rappresaglie. È incredibile, a oltre 70 anni dalla fine della guerra, quanto poco ancora si sappia della Resistenza come reazione, coraggiosa, di popolo, nonostante la molteplicità di libri, biografie e saggi di gran pregio e rigore, la memorialistica, le celebrazioni. L'avanzata angloamericana e la metodica ritirata tedesca verso le posizioni predisposte della Linea Gustav, iniziatasi il 19 settembre, innescarono una serie di ribellioni spontanee da parte delle popolazioni meridionali che, prive di collegamenti organici con il movimento politico della Resistenza e poco organizzate, tuttavia intralciarono i nazifascisti e provocarono violente reazioni repressive sui civili. Inoltre nella memoria dei combattenti partigiani, specialmente quelli di ispirazione comunista e socialista, rimaneva vivo il ricordo del cosiddetto "biennio rosso" e delle violente lotte contro le squadre fasciste nel periodo 1919-1922, considerate da alcuni esponenti dei partiti di sinistra (tra cui lo stesso Palmiro Togliatti) una vera "guerra civile" in difesa delle classi popolari contro le forze reazionarie[7]. Il periodo storico in cui il movimento fu attivo ha inizio dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 (il CLN fu fondato a Roma il 9 settembre), e termina nei primi giorni del maggio 1945, durando quindi venti mesi circa.